L’intervista – Dr. Sebastiano Catalano

30 Gennaio 2018

L’intervista – Dr. Sebastiano Catalano

Nasce una nuova rubrica. Vogliamo proporre ai lettori del sito, medici, personale non medico, pazienti e cittadini comuni, una conoscenza non tecnica di quanti operano nella casa di cura, nei due presidi di Catania e Pedara. L’intento è soprattutto quello di rivelare chi c’è dietro la facciata, dietro il camice bianco, umanizzando persone e lavoro. Cominciamo con il direttore sanitario della Morgagni Catania, il dott. SEBASTIANO CATALANO.

La vita del dott. Catalano nella casa di cura di Barriera è lunga quasi 34 anni. Il dott. Catalano non ancora trentenne cominciò il suo percorso da medico nutrizionista. Ma era un abile organizzatore e l’allora direttore sanitario del presidio, il dott. Francesco Saverio Capizzi, lo volle al suo fianco negli anni Novanta come direttore del coordinamento medico e amministrativo. “Avevo acquisito importanti esperienze di guardia medica e da medico di base – dice il dott. Catalano – queste mi furono utilissime per acquisire conoscenze e responsabilità. Mi piaceva vivere il reparto e avere rapporti con i pazienti. Avevo un ottimo rapporto con il personale medico e non medico. E ricordo che cercavo di organizzare il lavoro mio e dello staff che mi collaborava con grande entusiasmo”.

“La casa di cura Morgagni ha enormi potenzialità. Penso soprattutto all’unità funzionale di terapia intensiva che per quanto aperta a tutto il territorio, accogliendo pazienti anche trasferiti da ospedali pubblici, non viene riconosciuta nella rete del 118 per persistente sommessa prevenzione nei riguardi della cosiddetta sanità privata seppure accreditata e convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale”.

Ma chi è il dott. Sebastiano Catalano nella vita di tutti i giorni fatta naturalmente non solo di lavoro. La famiglia ad esempio. “Sono separato e ho due figli, due gemelli, un maschio e una fammina. Il ragazzo è studente di medicina, sono riuscito a trasmettergli il sacro fuoco che ha caratterizzato tutta la mia vita. La ragazza invece ha scelto una strada diversa, ha scelto studi di giurisprudenza e il suo obiettivo è la magistratura”.

Anche se occupa quasi il cento per cento del suo tempo, il dott. Catalano ha una vita anche “fuori le mura” di Barriera. “Sono socio dell’associazione Andaf che assiste malati di tumore. Dedico parte del mio tempo anche al Rotary Catania di cui il prossimo anno dovrei diventare presidente. E sono socio di altre due associazioni: Salute e solidarietà che si occupa di poveri e migranti, e di Medici cattolici. Ma non nascondo che il mio più grande impegno è per l’Avis. Nella casa di cura i volontari del sangue di Catania possono contare su una importante sede grazie alla disponibilità del prof. Salvatore Castorina e del cda della clinica”.

La chiacchierata non poteva escludere alla fine i temi più leggeri, i passatempi, gli hobby del dott. Catalano. “Finisco di lavorare normalmente a tarda sera, e normalmente torno a casa, ceno, vedo un po’ di tv e vado a letto. Se ho ancora energie residue ascolto musica lirica o gioco a bridge, una mia grande passione da sempre”.  

GIGI MACCHI

 

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