CONSEGNATE NUOVE DIVISE AL PERSONALE INFERMIERISTICO
Nell’aula Moscati si è svolta la cerimonia di consegna delle nuove divise al personale infermieristico in servizio nel Policlinico Morgagni. La manifestazione, pur se semplice nei suoi contenuti concreti, ha avuto per la presidenza e la direzione del presidio un alto significato simbolico: il riconoscimento del ruolo sempre più importante degli infermieri professionali per il lavoro svolto nelle varie strutture del gruppo al servizio dei pazienti.
Un alto grado di assistenza è stato definito all’unisono dal direttore generale Paolo Cantaro, dal direttore sanitario Nello Catalano, dal dott. Riccardo Castorina e dalla dott.ssa Lucia Leontino, responsabile del personale infermieristico.
I relatori non hanno risparmiato titoli ed encomi nei confronti soprattutto delle nuove leve infermieristiche. Nel presidio sono presenti circa 90 infermieri. A loro sono destinate le nuove divise, con in bella vista il logo con la dicitura “Dott. laureato in scienze infermieristiche”. Questa scritta risulterà utile soprattutto per quel che riguarda il rapporto con i malati, sicuramente rassicurati dalla consapevolezza che il titolo configura professionalità e competenza.
La dott.ssa Leontino ha sottolineato l’importanza dell’impatto visivo e per questo raccomandato la cura dell’immagine, dalla testa, con i capelli da ben contenere all’interno della cuffia in dotazione, alle calzature, passando dalle unghie, curate e mai troppo lunghe.
Accolto dai presenti alla manifestazione l’invito rivolto dal dott. Castorina di non dimenticare ruolo ed esperienza del personale infermieristico più anziano. Anche agli infermieri anziani saranno consegnate nuove divise con il logo “Caposala tutor”.
Al termine della cerimonia è intervenuto il presidente onorario del Policlinico Morgagni prof. Salvatore Castorina che ha ricordato il ritardo con cui in Italia si è provveduto a valorizzare il personale infermieristico. “Ricordo a Londra nel 1960 – ha detto il prof. Castorina – quanta autorità e quanto prestigio avevano caposala ed infermieri. Spesso additrittura nei rapporti con i pazienti ricoverati si sostituivano, per la loro riconosciuta competenza, al personale medico, peraltro con risultati da tutti ritenuti eccellenti”.
GIGI MACCHI
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