Alta chirurgia oculistica, fil rouge Catania-Parma

10 Novembre 2022

Una telecamera in sala operatoria

Una telecamera inquadra decine di volti attenti, un’altra i movimenti delle mani di un chirurgo. In mezzo ci sono mille e trecento chilometri di distanza, quella che separa Catania da Parma.

Il primo evento interregionale organizzato dalla “S.I.GLA. Surgical Academy”, la scuola di alta formazione per chirurghi oculisti della Società Italiana Glaucoma, ha unito le due città che in Italia esprimono le professionalità più altamente specializzate in questa patologia, che è così grave e subdola che, in assenza di interventi adeguati, si attesta come la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati occidentali.

I casi chirurgici

Sul lettino di una sala operatoria del Presidio Di Stefano Velona del Policlinico Morgagni di Catania c’è un paziente di poco meno di 70 anni che viene sottoposto ad un delicato intervento per l’impianto di un sistema drenante che, assicurato dietro la cornea, servirà a ridurre la pressione all’interno dell’occhio malato.

Poi sarà il turno di una donna poco più anziana che nella clinica oculistica dell’ospedale di Parma, invece, verrà sottoposta ad un intervento di by pass per salvare quella importantissima parte del bulbo oculare preposta a ricevere gli stimoli luminosi.

In totale sono quattro i casi chirurgici presentati: ogni paziente ha una necessità diversa e per ciascuno di essi è stata scelta una tecnica di intervento differente e innovativa che gli organizzatori desiderano illustrare nei dettagli.

Una regia per le immagini

Persino la Svizzera compare tra gli ingranaggi della perfetta organizzazione dell’evento, perché è proprio da lì che una regia specializzata permette i collegamenti satellitari tra le due lontane sedi, le loro sale operatorie e le aule. Le immagini degli interventi, i commenti dei chirurghi che operano e quelle dei colleghi che assistono si alternano perfettamente sui grandi schermi che, e a Catania come a Parma, permettono la partecipazione indiretta all’attività operatoria.

Corsisti a caccia di novità

In aula i corsisti scrutano, osservano, prendono nota. Cosa li tiene inchiodati all’ascolto? La tecnica, l’esperienza e l’altissima specializzazione certamente, ma a trasformare decine di professionisti siciliani ed emiliani, già impegnati per proprio conto nella cura delle patologie oculari, in veri e propri “segugi a caccia di ogni più piccolo indizio di novità” è soprattutto la formula del confronto con i “big”. Infatti al dott. Antonello Rapisarda del Policlinico Morgagni di Catania e ai professori Giorgio Marchini della clinica oculistica di Verona e Stefano Gandolfi della clinica oculistica dell’ospedale di Parma, tra i maggiori esperti in Italia di intervento sul glaucoma, anche durante le varie fasi operatorie ogni corsista ha avuto la possibilità di rivolgere domande, di chiedere chiarimenti, di sottoporre casistiche tratte dall’esperienza o soltanto ipotizzate. Il clima è quello stimolante del simposio, dove è sollecitata la partecipazione attiva, apprezzata la curiosità, invogliato il confronto.

Rapisarda: un metodo analitico

“L’obiettivo dell’accademia, con i suoi corsi promossi con entusiasmo dal prof. Salvatore Castorina, è quello fornire ai colleghi gli strumenti per lo sviluppo delle nuove tecniche chirurgiche – spiega il dott. Antonello Rapisarda, socio fondatore della società italiana di glaucoma S.I.Gla. – ma al centro della nostra attività di formazione c’è la corretta gestione di un metodo che vogliamo sia sempre di tipo analitico, misurabile, ripetibile e sicuro. Ciò vuol dire che ogni passaggio, ogni step, deve essere ultimato prima che si possa passare al successivo, in maniera tale da rendere tutto il processo ordinato e completo, senza concessioni alla libera interpretazione o alla fantasia del chirurgo, anche se nel pieno rispetto dell’anatomia del paziente e della sua unicità”.

Cautela e collaborazione

Sullo schermo gigante “vanno in scena” aghi, cannule, fili di sutura: i più piccoli, i più all’avanguardia, insieme ai tessuti più pregiati, alle valvole più sofisticate, alla strumentazione più moderna. Eppure è sempre la mano del chirurgo, la sua esperienza, il suo metodo, a fare la differenza perché un solo piccolo punto dato o non dato implica il successo di un intero intervento chirurgico, e alla fine, la possibilità che al paziente sarà data di migliorare la qualità della propria vita, oppure no.

“Sono importanti la cautela e la prudenza, oltre che la competenza. Ed è fondamentale la collaborazione all’interno dello staff – sottolinea il prof. Gandolfi da Parma – ma anche il confronto tra esperti, perché quattro occhi vedono meglio di due”.

Lo sa bene il dott. Alfonso Spinello che attraversa svelto i due piani che separano la sala chirurgica dalla sala congressi perché il maestro lo chiama a sé in sala operatoria.

Ossino: l’importanza del gruppo di lavoro

Quanto è importante la collaborazione? Tanto, e non solo nella sala operatoria. La dott.ssa Anna Maria Ossino, direttore sanitario del Presidio di Oculistica della clinica Di Stefano Velona, da tre anni quarta gamba del Policlinico Morgagni, ne è una ferrea sostenitrice. “Tre sale operatorie che lavorano a pieno regime – spiega la responsabile – non darebbero i risultati che abbiamo, con punte anche di 50 interventi in un solo giorno, se non ci fosse tra il personale sinergia, collaborazione e organizzazione perfetta. Il prof. Castorina tiene alla forma come alla sostanza, alla professionalità come allo spirito di gruppo, anche se nel rispetto costante del ruolo di ciascuno”. 

Maria Torrisi

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