L’intervista – Prof. Vincenzo Bagnara
Il punto di riferimento è il Bambin Gesù di Roma. Da tempo questa struttura rappresenta l’eccellenza italiana in tema di cure, interventi e assistenza dei bambini. Per questo anche la casa di cura Morgagni di Catania l’attenziona da tempo, cercando di seguirne metodiche al passo con i tempi in grado di garantire ai bambini siciliani il meglio della sanità pediatrica siciliana.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti, circa 500 interventi l’anno, quasi sempre successi della chirurgia pediatrica con soddisfazione raccontati per la nostra intervista dal responsabile dell’unità operativa di chirurgia e chirurgia pediatrica, il prof. Vincenzo Bagnara.
Prof. Bagnara, da quanto tempo lavora nel gruppo Morgagni?
“Dal ‘94. A quei tempi lavoravo al Policlinico universitario di Catania e collaboravo con la Morgagni. Nel ‘97, per effetto del decreto Bindi che sanciva l’incompatibilità e dunque imponeva di scegliere fra attività pubblica e privata, ho scelto la casa di cura Morgagni. Sono stato uno dei pochi ad abbandonare la sanità pubblica scegliendo quella privata. Alcuni colleghi di allora mi definirono un temerario ma non rimpiango quella scelta. Qui alla Morgagni ho potuto lavorare come meglio non avrei potuto nella migliore struttura pubblica”.
E qui, nella casa di cura Morgagni cosa ha trovato…?
“Tante carenze per quel che riguarda il mio settore, la pediatria e la chirurgia per i minori. Ma l’azienda mi ha messo nelle condizioni in poco tempo di recuperare il tempo perduto. Da allora sono passati più di 20 anni e oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. In Sicilia è oggi la casa di cura Morgagni il punto di riferimento siciliano della chirurgia per i minori. Eravamo in quattro e in poco tempo abbiamo occupato uno spazio in Sicilia per quel che riguarda l’assistenza e la dignità nel trattamento dei pazienti più piccoli. In quegli anni marciavamo alla media di 800-900 interventi l’anno, quasi 100 al mese. Il successo è stato immediato e il nostro entusiasmo è stato incontenibile. Poi con il trascorrere degli anni ci siamo assestati su numeri inferiori ma sempre di grande significato. Al territorio offriamo qualità e, ripeto, dignità per quel che riguarda il trattamento e l’assistenza ai pazienti più piccoli”.
In questi anni comunque ci saranno stati momenti bui, magari di scoraggiamento o delusione per qualcosa…
“Beh sì, succede in tutte le famiglie, ai momenti di entusiasmo spesso seguono momenti di scoraggiamento. Per esempio quando alcuni colleghi sono andati via, lasciandoci in pochi per continuare il nostro lavoro con la stessa energia. Ma non ci siamo fermati, anzi siamo andati avanti con grandi motivazioni e con la voglia di dimostrare a tutta la Sicilia che la realtà Morgagni era una realtà consolidata. E oggi i risultati ci premiano, ci danno ragione, non siamo arretrati di un millimetro nell’interventistica chirurgica e nell’assistenza. Non ci sentiamo più soli, con i dottori Di Benedetto e Vasta formiamo una squadra vincente che non si arrende mai e che non indietreggia di fronte a niente”.
A livello di tecnologie come siete messi?
“Direi benissimo, non manca niente, l’azienda ha sempre soddisfatto le nostre richieste e poi non va dimenticato che lavoriamo in sinergia con tutte le specialità della casa di cura. Abbiamo ottimi rapporti con tutti i colleghi e quando se ne presenta la necessità ci viene messo a disposizione tutto l’occorrente per la migliore interventistica chirurgica con l’assistenza dell’unità di terapia intensiva”.
Parliamo adesso della sua famiglia, ricordando a chi ci legge che lei è messinese di nascita ma catanese d’adozione…
“Sì, infatti. Sono sposato e ho tre figli, due ragazze e un maschio. E dico con un po’ di dispiacere che nessuno di loro ha voluto seguire la mia strada. In casa mia si è sempre detto che basta un solo medico in famiglia…”
Infine gli hobby, le passioni del prof. Bagnara…
“Detto subito che ho davvero sempre poco tempo a disposizione per coltivare hobby e passioni, quello che mi prende di più è la pesca. Amo pescare, in solitudine e nel silenzio. Comunque amo anche viaggiare e ascoltare musica. Insomma amo le cose che riempiono la vita di tutti, di ognuno di noi, medico o non medico…”.
GIGI MACCHI
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