L’intervista – Dr. Salvatore Guarnera
Il Centro Cuore Morgagni di Pedara nei 25 anni della sua storia ne ha fatta di strada. Oggi per quel che riguarda cardiologia e cardiochirurgia è tra i centri di riferimento non solo in Sicilia ma in tutta Italia. Ha saputo stare al passo con i tempi e dotarsi di tecnologie evolute che consentono interventi meno invasivi rispetto al passato.
Grazie naturalmente agli investimenti oculati che l’azienda ha fatto e grazie naturalmente anche al lavoro dei medici e del personale paramedico impegnati nel centro. Nei giorni scorsi abbiamo sentito il direttore sanitario Salvatore Tribastone e il responsabile dell’Emodinamica Salvatore Tolaro. Oggi è la volta del responsabile del dipartimento di Cardiologia dott. Salvatore Guarnera.
Qual è lo stato di salute della cardiologia al Centro Cuore di Pedara?
“Direi buono, siamo soddisfatti del lavoro che facciamo e dei risultati che otteniamo. Certo, difficoltà ne incontriamo quotidianamente ma la nostra equipe offre ai malati il massimo impegno e di questo i pazienti si accorgono. Ovviamente si può fare sempre meglio ma al momento i risultati che otteniamo sono davvero il massimo”.
Com’è arrivato al Centro Cuore di Pedara?
“Sono nel gruppo Morgagni dal 1989, il prossimo anno festeggerò i trent’anni di appartenenza. Ho cominciato nella casa di cura di Catania occupandomi di cardiologia pediatrica, poi sono stato spostato con mia grande soddisfazione al Centro Cuore di Pedara,centro di riconosciuta eccellenza ormai a livello nazionale e regionale per la cura delle patologie cardiache”.
Le più grandi soddisfazioni in questi quasi trent’anni di attività nel gruppo Morgagni…
“Potrei distribuirle in tre fasi: innanzitutto la mia attività iniziale come cardiologo dei bambini. Purtroppo la cardiologia pediatrica ha avuto una brusca interruzione nel 2002 per la cattiva programmazione regionale. Ma dal 1989 al 2002, dunque in tredici anni, andavamo come un treno. E oggi, dunque a tanti anni di distanza, ritroviamo bambini diventati adulti che abbiamo curato, in qualche caso salvato, e che con la loro amicizia ci dimostrano affetto e riconoscenza. La seconda fase importante che voglio sottolineare è la creazione dell’Unità di Emodinamica, oggi diretta dal dott. Tolaro, che assolve con grandi risultati la sua funzione. Questa realizzazione ha offerto al Centro Cuore di Pedara una dimensione ancor più all’avanguardia in Sicilia. E la terza fase è quella attualmente in corso, da quando nel 2016 sono stato nominato responsabile dell’Unità funzionale di Cardiologia di questo presidio del gruppo Morgagni. Incarico che cerco di assolvere ogni giorno con impegno e determinazione”.
Parliamo adesso di delusioni e sofferenze. Ne avrà vissute in quasi trent’anni di attività…
“Certamente, ci mancherebbe altro. Oggi più di ieri pesa sul nostro lavoro la diffidenza dei pazienti. Siamo assolutamente consapevoli del fatto che il cuore è il propulsore della nostra vita, dunque pazienti e parenti rivolgono al nostro lavoro, alle nostre diagnosi e alle nostre cure un’attenzione particolare. Tutto questo è assolutamente giustificabile. Ma la diffidenza ci fa male. La fiducia del paziente nei nostri confronti è tutto, è la chiave per la soluzione di tanti problemi. Intervenire quando il paziente è sfiduciato ci ferisce. Noi davvero facciamo di tutto per risolvere i problemi. Poi, è chiaro, a volte va male ma non certo per la nostra imperizia”.
Dott. Guarnera, lo abbiamo chiesto anche agli altri intervistati, è arrivato il momento di farsi conoscere meglio dai lettori. Dunque ci parli del suo privato…
“Sono sposato, ho due figlie e conduco una vita assolutamente normale, senza eccessi e senza privazioni. Una delle mie figlie ha parzialmente seguito la mia strada, è medico veterinario. Il suo amore per gli animali è stato determinante per condurla a questa scelta, che comunque ho condiviso con soddisfatta partecipazione”.
Se adesso parliamo di politica come la prende?
Bene, non ho problemi a dire che sono un moderato particolarmente sensibile alla solidarietà. Per me un buon politico oggi deve pensare soprattutto a chi sta male, a chi vive in condizioni di indigenza e cercare di risolvere il problema di un numero sempre maggiore, purtroppo, di persone che vivono ai margini della società. Per questo ho preso molto seriamente il mio impegno di volontario alla Caritas. Mi trovo quotidianamente a confrontarmi con gente che soffre la fame, il freddo e l’emarginazione alla quale è costretta dal disinteresse di chi invece dovrebbe porre questi problemi al primo posto”.
Infine gli hobby, le passioni…
“Musica e viaggi. Sono da sempre i miei interessi extraprofessionali. Per quel che riguarda la musica ricordo con piacere gli anni in cui andavo in giro, nei locali e nella piazze con la mia piccola band. Suonavo la chitarra e, lo dico senza falsa modestia, non ero male. E ancora oggi, quando ho tempo, provo a strimpellare le corde. Mi aiuta a non pensare per qualche minuto ai problemi che ognuno di noi ogni giorno è costretto ad affrontare”.
GIGI MACCHI
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