L’intervista – Prof. Luciano Sfogliano
La medicina interna, fra tutte le branche della medicina, è certamente quella per così dire più universale, nel senso che la medicina interna può essere, e quasi sempre è, il punto di riferimento di tutte le specializzazioni. Nella casa di cura Morgagni ne è responsabile il prof. Luciano Sfogliano che cortesemente ha voluto rispondere ad alcune nostre domande.
Prof. Sfogliano quale percorso l’ha portata alla Morgagni?
“Un percorso breve, dall’Università alla clinica nel 2002. Fu il prof. Salvatore Castorina a chiedermi allora di far parte di questo gruppo e ricordo che accettai con entusiasmo. E non mi pento affatto di questa scelta”.
Sedici anni sono tanti, è un periodo in cui si può fare un bilancio attendibile della propria attività. Parliamo dunque delle soddisfazioni che le ha regalato la sua esperienza alla Morgagni.
“Quando ho accettato di fare parte del gruppo Morgagni ho chiesto e ottenuto di potermi avvalere della collaborazione di un team di specialisti, medici che tutt’ora lavorano quotidianamente al mio fianco, i dottori Panarello, Grasso e Di Prima. Recentemente al gruppo si sono aggiunti il prof. Pietro Di Gregorio, già primario infettivologo e Vito Borzì, già primario ospedaliero, particolarmente indirizzato, con larga esperienza, alle malattie metaboliche. Il gruppo si rinforza anche con la disponibilità di consulenza di otto cardiologi, due pneumologi, due endocrinologi. Possiamo contare anche sul contributo di tre neurologi. Insieme abbiamo formato una sorta di team che ha lavorato con impegno ottenendo grandi risultati e facendo della medicina interna della casa di cura un vero punto di riferimento per medici e soprattutto pazienti che vengono qui da tutta la Sicilia. In questi 16 anni ho imparato le problematiche della chirurgia, campo che per me allora, nel 2002, era del tutto sconosciuto. E oggi questa conoscenza è una grande soddisfazione dal punto di vista professionale Non è mai tardi per imparare…”
E la delusione più grande?
“Come dicevo prima quella che mi collabora è una grande squadra di professionisti. Si potrebbero fare tante, tantissime altre cose, rispetto a quelle che facciamo, se solo disponessimo di un reparto. Ma la Regione è stata sorda alle nostre richieste, reiterate nel tempo e, mi creda, è davvero un peccato. Viene penalizzata la sanità di eccellenza, la rimodulazione sarebbe un atto formidabile a favore dell’eccellenza nella sanità. L’assenza appunto di un reparto di medicina interna convenzionato con il Sistema Sanitario Nazionale ci obbliga ad accettare solo paganti in proprio”.
Facciamo in modo che i lettori del nostro sito la conoscano un po’ meglio. Per un attimo si spogli del camice e apra una finestra sul suo privato.
“Sono sposato e padre di quattro figli, tre maschi e una femmina. Quest’ultima è la più grande, è architetto e molto felice del suo lavoro. Il secondo è giornalista pubblicista, collabora con la radio dell’università e ha ottenuto brillanti risultati nel campo dei cortometraggi. Gli altri due studiano medicina, insomma cercano di seguire le orme tracciate dal padre e spero con tutto il cuore che riescano a superarlo”.
Prof. Sfogliano, ha degli hobby, delle passioni? Cosa fa nel tempo libero?
“Tempo libero, un parolone. Lavoro sempre, tutti i giorni, anche la domenica. Quando torno a casa, la sera, sono un uomo finito. Tuttavia ho una grande passione, quella per il canottaggio, che ha sempre caratterizzato la mia vita. Oggi sto cercando di impegnarmi per offrire anche ai disabili la possibilità di fare questo sport, non è facile, ma qualche risultato l’abbiamo già comunque ottenuto…”
GIGI MACCHI
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